A Scuola di FIliera Corta
Chiara ci porta a scuola di filiera corta!
E’ complesso parlare di filiera corta. Ancora più difficile è rendere tale concetto realtà. In Sicilia la complessità sale, come sempre, per svariati motivi. Ma i progetti di filiera corta aumentano e la sensibilità delle persone anche. E vale realmente la pena parlarne. Ecco alcune riflessioni della nostra Chiara in merito.
Partiamo da una definizione. Per Wikipedia ad esempio filiera corta è “una filiera produttiva caratterizzata da un numero limitato e circoscritto di passaggi produttivi, e in particolare di intermediazioni commerciali, che possono portare anche al contatto diretto fra il produttore e il consumatore. Lo scopo principale di tale filiera è contenere e ridurre i costi al consumo dei prodotti.“. La relazione diretta tra produttore e consumatore è effettivamente l’idealtipo di filiera corta. La presenza di un (solo) intermediario è ad esempio contemplata anche in alcune definizioni più istituzionali o legate a dimensioni progettuali o di finanziamento pubblico (vedi ad esempio la programmazione prevista con il PSR Sicilia 2014-2020).
Oltre ad un carattere prettamente economico, la filiera corta ha decisamente una dimensione culturale: si pone l’accento su acquisti equi, lontani da filiere lunghe che hanno rinomatamente come conseguenza scambi di prodotti sottocosto e un reale sfruttamento nei confronti dei produttori; si accentua inoltre il ruolo del consumatore critico, attento non soltanto alla qualità dei prodotti ma anche alle istanze promotrici di uno scambio etico e solidale. I Gruppi di Acquisto Solidale sono l’esempio più lampante di questo aspetto di filiera corta.
In effetti i progetti di filiera corta si moltiplicano. Come non notare la grande espansione di mercati del contadino, a livello nazionale, certamente, ma soprattutto nel nostro territorio siciliano? Praticamente ogni giorno della settimana è possibile trovarne uno in aree contigue. La presenza di così tanti mercati rionali, amplia la scelta di acquisto anche per il consumatore meno sensibile. Le possibilità di vendita diretta si moltiplicano, questo è dunque vero, ma qualche domanda sorge spontanea…ad esempio, la costante frequenza dei contadini ai vari mercati è realmente produttiva per i produttori? Il consumatore medio che sceglie lo scambio locale, lo fa in virtù di uno scelta etica o di mera convenienza economica? Ovviamente rispondere a queste domande sarebbe motivo di ricerca e di dibattito. Sono però domande legittime che spingono noi di InCampagna a lavorare ad esempio alla costruzione di filiere corte sostenibili, a sistemi produttivi agricoli efficienti e alla scelta di presenziare ad eventi del territorio specifici, valorizzanti principi solidali.
Tra tutti i mercati locali, ad esempio, abbiamo deciso di partecipare attivamente solo ‘A Fera bio Catania per due motivi: la fiera non è esclusivamente un mercato, ma intende promuovere stili di vita consapevoli. Per questo motivo siamo stati ben contenti di partecipare all’organizzazione di eventi come quello della Degustazione di Olio extra vergine di Oliva, promosso a dicembre. C’è poi un elemento di frequenza della fiera, mensile, che involontariamente valorizza anche la possibilità di giusti riposi. Un produttore agricolo, soprattutto il piccolo produttore agricolo, lavora sempre, vuoi per le attività agricole che per quelle di vendita. E benché i mercati siano i canali di sbocco più immediati e giusti, la ricerca di questi canali, la presenza a tali eventi, spinge spesso ad alzare i costi e i tempi di lavoro. Nel tempo presente le relazioni tra produttore e consumatore potrebbero avvenire in modo più efficace ed efficiente anche in modo diversi, grazie a più collaborazioni tra i produttori ma anche all’uso di strumenti digitali per l’aggregazione online di ordini, mantenendo però sempre una consegna fisica e, soprattutto. relazionale dei prodotti. Noi di InCampagna portiamo avanti ad esempio il progetto InCampagnaZero con cui si ha la possibilità di ordinare i prodotti tramite il negozio online www.incampagnazero.it per ritirarli agli eventi fisici in cui partecipiamo o organizziamo, ritenendolo proprio un modo per mantenere il contatto con le persone ma cercando al contempo di rendere più efficiente il processo di raccolta e consegna degli ordini.
Tra i vari progetti che stiamo seguendo sul tema filiera corta, c’è poi il tentativo di FI.CO.s, – Filiera Corta Siciliana – progetto ambizioso che punta a creare un sistema relazionale organizzato per la diffusione di scambi agricoli locali diretti tra produttori e gruppi di consumatori. Un altro progetto che porta a incontri partecipati e a condivisioni di strategie e di valori, tra produttori e consumatori sensibili, che vogliono raggiungere dei risultati che vanno al di là del mero ambito economico, benché ritenuto sempre aspetto fondamentale.
Tutti questi sono progetti, e molti altri, sono progetti importanti, simbolo di un desiderio di sviluppare sistemi economici locali sostenibili e solidali ed espressione di una Sicilia positiva, costruttiva, motivata.
Noi di InCampagna partecipiamo e condividiamo tutte queste progettualità ma siamo anche convinti che il concetto di filiera corta debba essere sostenuta da attività agricole produttive efficienti, atte ad abbassare i costi di produzione e a rendere il produttore competitivo all’interno di un sistema di scambio trasparente e legale anche nel contesto locale, dove più facilmente possono avvenire scambi più informali. Per questo la Rete InCampagna ha deciso di lavorare alla fornitura di servizi di supporto alle attività agricole: supporto alla raccolta, servizi di potatura… sono solo alcune delle attività che portiamo avanti, convinti che la collaborazione e l’efficienza siano volano di una maggiore sostenibilità delle aziende agricole siciliane e un sostegno ad più alta produttività e ad una più libera scelta su dove vendere e in che termini..anche a livello locale.
Questo aspetto di sostegno alla produzione è per noi di fondamentale importanza, così come è importante una sua diffusione: tra i produttori, senza dubbio, che oggi più che mai ne comprendono l’importanza e cominciano ad attribuire il giusto valore agli investimenti di oggi per una migliore produttività di domani; ma anche tra i consumatori, perché una sensibilizzazione nei confronti delle attività produttive sottese ai prodotti comprati, può creare un ulteriore tassello per una maggiore attenzione al consumo critico e locale.
Insomma, anche la filiera corta deve essere sostenibile. Anche in questo caso, la collaborazione e la sinergia può dare una mano in modo concreto e positivo.
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