La risposta di InCampagna al Glifosato
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La risposta di InCampagna al Glifosato

Il tema glifosato e diserbanti chimici è all’ordine del giorno. E se diserbare è un pratica agricola che può essere fatta in tanti modi, abbiamo chiesto ai produttori della Rete di indicarci quelli adottati da loro, tutti diversi ma decisamente attenti all’ambiente. Buona lettura!

A settembre, è stata pubblicata una notizia riguardante l’EFSA – l’Autorità europea deputata alla sicurezza alimentare – e il suo rapporto emesso sul glifosato, i cui contenuti risultavano parzialmente copiati da una relazione Monsanto e dunque non scientificamente prodotti (vai qui).

Per chi non lo sapesse, il glifosato è il principio utilizzato per la creazione di erbicidi chimici come il roundup della multinazionale Monsanto. Il tema “glifosato” è decisamente delicato e le posizioni sono contrastanti, con una sempre più diffusa tendenza ad un uso cauto del principio anche da parte delle istituzioni internazionali deputate al tema. Entro la fine dell’anno, inoltre, alcuni paesi europei, inclusa l’Italia, dovranno discutere il rinnovo all’autorizzazione per il commercio e l’uso del glifosato.

Per tutti questi motivi, noi di InCampagna abbiamo pensato di approfondire il tema del diserbo, ovvero l’eliminazione delle piante infestanti, la cui pratica può essere messa in atto in vari modi, utilizzando svariate tecniche non necessariamente chimiche, come quelle portate invece avanti utilizzando il glifosato. Abbiamo quindi pensato di fare un giro di brevi interviste ad alcuni dei produttori della Rete per capire cosa ne pensano dell’attività di diserbo, quali pratiche mettono in atto a tale scopo e se hanno qualche aneddoto da raccontarci o qualche suggerimento o trucco da consigliare. Ecco cosa ci hanno risposto…ne troverete delle belle!

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Giorgio Battaglia, Cooperativa Sociale Terramatta – Produttori di ortaggi, vino e conserve vegetali a Comiso

“Se si vuole fare un’agricoltura sostenibile, in termini di produzione di un raccolto soddisfacente, il diserbo è necessario. A seconda del tipo di colture, e sempre in linea con i principi dell’agricoltura biologica, mettiamo in pratica diverse azioni. Ci sono colture,  particolarmente quelle in serra e a pieno campo, come ad esempio per il peperone, pomodoro, la melanzana, in cui utilizziamo il film plastico. Per altre colture pratichiamo il diserbo meccanico e manuale, applicando le pratiche di zappatura e fresatura laddove è possibile arrivare con gli strumenti idonei.

Non ci sono trucchi, ma solo l’esperienza che permette di intervenire in modo specifico, a seconda della coltura trattata. E’ comunque molto importante intervenire al momento giusto: se riesci a contenere le infestanti ad uno stato non avanzato, il diserbo sarà certamente più semplice.

Nicolò Lo Piccolo, Azienda Bio Gold Sicilia – Produttore di ortaggi, erbe aromatiche e apicoltore a Caltagirone

In generale non sono d’accordo con l’utilizzare diserbanti, particolarmente quelli contenenti glifosato.  

Per l’attività di diserbo, applichiamo la pacciamatura con biotelo naturale, scegliendo una plastica naturale in amido di mais, coprendo così la parte di terreno e facendo i fori per permettere la fuoriuscita delle piantine.

Da qualche anno però, con l’avvio della coltura di piante officinali, applichiamo anche due pratiche di diserbo naturali utilizzando il rosmarino. Il rosmarino ci permette infatti di pacciamare il suolo con i suoi rami oppure di utilizzare il suo olio essenziale, diluito in acqua, per la bruciatura delle piantine infestanti appena nate (intervenendo cioè sul primo strato di foglioline)

Un altro modo per controllare le infestanti è l’agricoltura consociata, cioè l’avvicendare colture differenti, particolarmente in termini di altezza – ad esempio broccolo e lattuga – per favorire la creazione di zone d’ombra. L’ombra limita infatti la crescita di infestanti ma ha anche l’ulteriore effetto di aumentare l’umidità, favorendo così il terreno e le radici più laterali della pianta.”

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Andrea Valenziani, Azienda Agricola F.lli Valenziani – produttore principalmente di agrumi a Carlentini

“Non ci giro tanto attorno..  il diserbo chimico è una follia. E’ una follia come qualunque “terapia” distruttiva e non selettiva, è una follia per le ripercussioni che ha sul mondo degli insetti, sulle acque sotterranee, su chi lo somministra e su chi lo consuma mangiando e bevendo ciò che proviene dal suolo.  E se posso ancora comprendere la difficoltà ed i costi di gestione dell’inerbimento che possono affrontare gli orticoltori, nel caso dei frutteti è una pratica facilmente evitabile.

Noi non lavoriamo il terreno con dischi o fresa ormai da più di un decennio (questo per non ferire il terreno e la sua struttura). Per questo motivo, con infestanti tenaci come il roveto, e se ci muoviamo dentro i giardini (cioè gli agrumeti), non abbiamo alternativa alla vecchia zappa. Un colpo netto a 10 centimetri dalla base e poi si cerca di tirar fuori tutta la radice. Tanto poi ricaccia comunque, lo sappiamo, ma almeno gli diamo file da torcere!

Al di fuori dei giardini, negli incolti, nei valloni ed in altre aree a rischio di incendio usiamo un sistema molto meno faticoso e ben più spettacolare..  Mettiamo a mollo per una notte del granone (mais) così si imbeve d’acqua e diventa molto odoroso poi, coi nostri maialini al seguito, andiamo nei pressi dei roveti, sai quei roveti enormi che ingoiano interi alberi? Beh, spargiamo il mais a pioggia sul roveto. I maiali partono alla ricerca e lo sconquassano fino al punto tale che, dopo due settimane di trattamento, non ce n’è più traccia.. altro che roundup!”

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Monica Fiumara, Azienda Agricola Monica Fiumara – produttrice di limoni, arance e avocado a Siracusa

“Il diserbo non è una buona pratica. Favorisce lo sviluppo dei nostri ortaggi perché gli toglie competitori ma riduce la biodiversità ed è causa dell’impoverimento e dell’erosione del suolo. E questo porta poi ad usare concimi sempre più potenti perché nel suolo arido non cresce più nulla creando una spirale negativa di erosione del suolo senza fine. Inoltre il diserbo lungo le strade o i bordi dei fossi toglie riparo a insetti e piccoli animali che invece si possono dimostrare molto utili negli orti e nei frutteti.

A Jancarossa sperimentiamo la permacultura. E il nostro approccio è “il problema è la soluzione”. Quindi utilizziamo le erbe spontanee tra gli alberi di limone come fonte di azoto e carbonio per nutrire alberi e suolo. Semplicemente le sfalciamo e le lasciamo a terra ad uso pacciamatura. Questa pratica rende il suolo più umido quindi usiamo meno acqua per l’irrigazione, nel suolo umido i batteri si moltiplicano e trasformano la materia organica abbondante rendendola facilmente assimilabile agli alberi. Infine le radici dell’erba sfalciata decomponendosi creano dei microtuboli di areazione rendendo il terreno più ossigenato e favorendo lo sviluppo dei batteri aerobi.

Puliamo invece strade e fossi 1 o 2 volte all’anno usando il decespugliatore e la zappa(ovvero a mano). Lo facciamo soprattutto all’inizio dell’estate per evitare il propagarsi degli incendi.

Inoltre un buon inerbimento spontaneo è sicuramente fonte di piante officinali utili sia per la salute umana che per ricavare rimedi per le piante stesse (p.es. il tarassaco e l’ortica) e di delizioso e prezioso cibo selvatico (p.es. asparagi, senape, biete selvatiche, portulacca, ecc.) fonte di diversità per la nostra alimentazione e di tantissime sostanze importanti per la nostra salute. Dovremmo sempre riflettere su queste importanti caratteristiche prima di rimuoverlo.

Non ho particolari aneddoti sul tema diserbo, però posso dire che è una fatica continua far capire le ragioni biologiche ed ecologiche (in una parola scientifiche) di una pratica. Ci si scontra con tante reticenze ed ignoranza. È invece una gran soddisfazione quando un operaio o un altro agricoltore ti racconta che ha fatto quello che gli hai insegnato nel proprio orto o giardino ottenendo buoni risultati. In generale, consiglierei a tutti di sperimentare la permacultura nella propria azienda e nella propria vita, avrete delle belle sorprese!”

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Insomma, i produttori di InCampagna possono decisamente fare a meno del glifosato! I diversi modi descritti di praticare il diserbo mostrano reali alternative ai diserbanti chimici, da praticare senza eccessiva difficoltà e con grandi soddisfazioni, non soltanto in termini agricoli, ma anche – e soprattutto! – per il rispetto dimostrato verso la nostra terra.